Progetto realizzato con il contributo della Provincia di Como

Le ricette della Cucina Lariana

Ossa di morto

Dolci dessert e merende

Tempistica e difficolta'

Le ossa di morto (oss de mord) sono dei biscotti presenti nella ritualità delle famiglie lombarde nel giorno dei defunti, come in altre regioni lo sono le cosiddette fave dei morti. Rimane irrisolta la controversia sull'origine del nome ("ossa di morti-mort" oppure "ossa da mordere-mord"?); è invece abbastanza certa la derivazione medievale di questi dolcetti duri ma friabili che possono essere conservati abbastanza a lungo in un vaso di vetro o in una scatola di latta.

Lista degli ingredienti

Tipologia

Tipologia:                      Dessert

Stagionalità:                  Tutto l’anno, ma specificamente tra Ottobre e Novembre e nei mesi freddi

Difficoltà:                      Media

Tempo di esecuzione     80 minuti c.a

Tecnica di cottura          Cottura in forno

Utensili:    

Tritatutto o mortaio, frullino o frullatore, placca da forno

Ingredienti:

MANDORLE SGUSCIATE E PELATE (200 g)

ZUCCHERO ZEMOLATO (150 g)

FARINA BIANCA (150 g)

BURRO (20 g)

CANNELLA IN POLVERE (un pizzico)

CHIODI DI GAROFANO (n° 2)

MARSALA SECCO  (60 ml)

ALBUMI D’UOVO (n° 2)

Preparazione

Esecuzione:

Tritare finissime le mandorle (o pestarle nel mortaio), aggiungendo i chiodi di garofano e lo zucchero.

Versare il tutto sulla spianatoia, aggiungere il pizzico di cannella e la farina, formare la fontana, versandoci in mezzo il marsala necessario ad impastare gli ingredienti e formare una pasta non troppo soda.

Montare a neve gli albumi.

Farli scivolare sulla pasta e amalgamarli con questa molto dolcemente affinché non si smontino.

Formare con le mani infarinate dei cordoni dello spessore di un dito pollice, da dividere in cilindretti di 7-8 cm di lunghezza.

Ungere la placca da forno con il burro.

Schiacciare leggermente ogni cilindretto, collocarlo sulla placca e passarli nel forno già caldo (170°C) per 35-40 minuti.

Tempistica e difficolta'

  •  
  • Porzioni
    0
  • Tempo di preparazione
    1 ora 30 minuti
  • Grado di difficolta'
    Normale

Altre informazioni

Note: la lievitazione col chiaro dell'uovo

L'albume dell'uovo montato a neve fermissima è considerato un agente moderatamente lievitante, se utilizzato in maniera corretta. Sbattendoli con la frusta o con il frullatore, senza residui di tuorlo o di altre sostanze grasse, gli albumi incorporano aria e si gonfiano, formando al proprio interno bollicine che divengono sempre più piccole e numerose continuando a sbattere, e danno alla crema schiumosa che si va formando una consistenza sempre più solida. Quando si sollevano le fruste e l'albume che vi resta sopra forma delle punte che non si staccano, l'operazione è terminata. La quantità d'aria incorporata negli albumi diventa agente lievitante per le pastelle e per le paste da forno, purché sia incorporata con delicatezza, in modo da farla penetrare in esse senza restituirla all'atmosfera ambiente.

Varianti:

In alcune versioni non si alleggerisce l'impasto con l'albume a neve. In altre si differenzia l'aroma togliendo il chiodo di garofano o la cannella, oppure aggiungendo profumo di scorsa d'arancio e/o di limone grattugiata. Talvolta alle mandorle dell'impasto sono mischiate delle nocciole o delle noci. Una tendenza più moderna, elaborata per tramandare ai bambini una tradizione legata al calendario rituale, porta a modellare il biscotto in forma di tibia umana (a nostro avviso avvicinandosi più del necessario all'immaginario delle bandiere piratesche e delle ossa di plastica per i cani).

Abbinamenti:

Come per tutti i dessert, vini aromatici e liquorosi, oppure moscato spumante. Per una merenda di bambini, alle ossa si possono affiancare una cioccolata calda oppure una rusumada o uno zabaglione moderatissimamente alcolici.

L'ingrediente:

Le mandorle sono il frutto di un albero (Prunus communis o Prunus amygdalus) originario dell'Asia Minore. Se ne distinguono due varietà: una dolce, desti­nata all'alimentazione, e una amara, per lo più ad uso farmaceutico. Sono un ingrediente tipico della ga­stronomia e della pasticceria meridionali. Tradi­zionalmente, in area lombarda, per i piatti rustici di più antica tradizione si utilizzavano le noci, di cui il le­gnanese Bonvesin de la Riva scriveva, nel XIII secolo, che abbondavano in tutto il terri­torio mi­lanese ed erano cibo ordinario anche nelle case dei poveri. Gli apporti cinquecente­schi hanno conservato alcuni in­gredienti tipici della gastronomia principesca: le mandorle, le spezie, lo zucchero con la loro potente ca­rica apotropaica associata al simbolismo della luce e al mistero esoterico della rinascita. Questo fino al secolo scorso, quando la creazione degli amaretti di Saronno non portò il vago pro­fumo della mandorla anche su mense non pro­priamente principesche. Le mandorle rientrano nella categoria della frutta oleosa, nutrizionalmente contraddistinta da un elevato contenuto di grassi e di calorie e una di­screta quantità di proteine: 100 g di mandorle apportano 542 kcal.

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