Progetto realizzato con il contributo della Provincia di Como

LA FRAGILITA’ NUTRIZIONALE: BREVE STORIA DI UN PROGETTO DIROMPENTE

E' partito a Milano il progetto scientifico "Fragilità nutrizionale", patrocinato dal Comitato Scientifico EXPO 2015, promosso dal Dipartimento della Salute, Nutrizione e Benessere dell'Università degli Studi di Scienze Umane e Tecnologiche di Lugano (L.U.de.S.) in partnership con Auser Lombardia ,Casa della Carità coordinato dal Prof. Alfredo Vanotti, Professore di dietologia delle Università Bicocca e Statale di Milano .

Il progetto, che vanta un Comitato scientifico di grande spessore, si propone di affrontare il delicato tema della nutrizione per le persone più vulnerabili quali, ad esempio, gli anziani.
La Fragilità Nutrizionale è stata definita come una situazione di iniziale squilibrio energetico (con insufficiente apporto di energia rispetto ai fabbisogni), il quale puó potenzialmente sfociare nella malnutrizione, e che è risolvibile con un'adeguata nutrizione.

Il mancato riconoscimento dello stato di fragilità nutrizionale da parte del soggetto, e di chi gli sta intorno, è una caratteristica determinante della fragilità nutrizionale stessa. Essa, infatti, in fase preliminare, non si accompagna a sintomi specifici ed evidenti, a differenza di quanto avviene nel caso della malnutrizione.

La "fragilità" pertanto non si riferisce tanto alla condizione di malattia in sé (malnutrizione) del soggetto, ma alla sua predisposizione ad andare incontro ad essa.

Si evince, di conseguenza, quanto il termine "fragile" non si riferisca soltanto alla persona che necessita delle cure in senso stretto, ma anche all'insieme di tutte quelle persone che le gravitano attorno, in quanto incapaci di identificare il problema sul nascere e impedirne il peggioramento. Sono fragili, pertanto, anche il sistema sociale, il sistema sanitario, il mondo industriale, l'ASL.
In Regione Lombardia si stimano 10.000 pazienti in nutrizione artificiale a domicilio. Oltre a questi, si possono stimare in almeno 50 volte tanto il numero di persone fragili a livello nutrizionale.


L'intervento identificato per combattere la fragilità nutrizionale non è terapeutico-sanitario, ma socio-educativo.

Non si tratta di curare, ma di ottimizzare il modo di nutrirsi con l'aiuto di chi si occupa abitualmente del soggetto fragile.

Esso si basa su tre direttrici principali:

. informazione e formazione per i familiari, caregivers, associazioni di volontariato, assistenti alla persona, infermieri, medici curanti;


. creazione di un call centre per fornire risposte personalizzate ad ogni quesito di coloro che si curano di queste persone;


. brevi corsi info-formativi sull'alimentazione come nuovo stile di vita, proposti a gruppi di anziani per promuove una cultura alimentare improntata al benessere fisico.


La lotta contro la fragilità nutrizionale rientra pienamente nell'indirizzo di creare modelli per "nutrire il pianeta", dettame dell'EXPO 2015, di cui la città di Milano costituirà la sede.


Il fine ultimo è quello di arrivare entro il 2015 ad avere in Lombardia un numero elevato di persone che sappiano affrontare il problema della fragilità nutrizionale, sperimentando un modello di intervento che possa poi divenire facilmente riproducibile ed esportabile.

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