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Le ricette della Cucina Lariana

Pancotto

Primi zuppe e minestre

Tempistica e difficolta'

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Pancott o panada, uno dei piatti poveri comuni a tutte le regioni d'Italia, basato sul riutilizzo del pane raffermo o secco. Documentata da tempi antichissimi, la probabile ricetta archetipa si trova nella puls tractogalata del De re coquinaria attribuito ad Apicio.

Lista degli ingredienti

Tipologia: Tipologia: Primi piatti in brodo
  Stagionalità:  Tutto l'anno
  Difficoltà: Modesta
  Tempo di esecuzione: 25 minuti
  Tecnica di cottura: Bollitura
     
Utensili: Casseruola, forchetta, cucchiaio di legno
   
Ingredienti: PANINI TIPO MICHETTA (n.3), 
BURRO (30 g), 
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA (1 cucchiaio), 
ESTRATTO DI CARNE (1/2 cucchiaino),
FORMAGGIO GRANA GRATTUGIATO (4 cucchiai), 
SALE (q.b.)

Preparazione

Mettere a bagno i panini in acqua tanto abbondante da bastare per la minestra, per un paio d'ore
Romperli con la forchetta a piccoli pezzi e metterli nella casseruola con il burro, l'olio e sale
Mettere sul fuoco e portare a bollore
Aggiungere l'estratto di carne, farlo sciogliere e servire con il grana

Tempistica e difficolta'

Altre informazioni

Note:

pantrid e panada
Si tratta solo di una questione di parole. I ricettari, anche i più autorevoli, accettando acriticamente denominazioni locali senza indicarne con precisione la provenienza, l'epoca, né tanto meno delimitarne l'area geografica, contribuiscono spesso ad accrescere la confusione. Nella sostanza, i tre termini dialettali sono utilizzati come sinonimi, anche se, probabilmente, solo pancott e panada lo sono davvero, mentre pantrid indica un piatto analogo ottenuto però dal pangrattato anziché dal pane secco ammollato. Come l'aggiunta di un uovo trasforma il pantrid in pantrid maridàa, così con l'uovo si marida anche la panada: l'uno e l'altra segnalati in buona parte dell'area padana come tradizionali per solennizzare il pranzo della Pasqua.

Varianti:

La preparazione cittadina richiede michette o pezzetti di pane bianco; quella contadina il pangiallo o il pane di mistura. In Brianza si segnala una panada fatta con avanzi di polenta. Versioni recenti utilizzano brodo anziché acqua. In Valle Intelvi è frequente l'uso del latte e l'aromatizzazione con menta. Alcuni ricettari d'autore prescrivono la noce moscata. Nelle valli prealpine si usa unire al termine della cottura del pane un soffritto di lardo (olio o burro) e aglio (cipolla).

Abbinamenti:

Ad un piatto dal profilo gustolfattivo piuttosto basso si addice un vino bianco non molto impegnativo, di bassa gradazione alcoolica, gradevole e fresco, come il Riesling italico del Pavese. Se la panada è maritata con l'uovo, può esserle appropriato un Cortese dell'Oltrepò, asciutto al palato e dall'odore più vinoso.

L'ingrediente:

il grana padano

Nel XV secolo, il medico e filosofo umanista Pantaleone da Confienza (oggi sarebbe cittadino pavese, all'epoca era vercellese, ma i suoi natali sono controversi e contesi) scriveva nella sua Summa Lacticinorum (Trattato dei formaggi):  "Non trovo in Italia formaggi degni di nota se non i marzolini, i piacentini e i formaggi della Morra. I piacentini da alcuni sono chiamati parmigiani, perché anche a Parma se ne producono di simili, di qualità non molto diversa. Così anche nel territorio di Milano, Pavia, Novara e Vercelli; anzi, da pochi anni, anche più a Nord, nelle zone prealpine, hanno incominciato a produrne di simili, abbastanza buoni".
Il grana padano è il capostipite di una serie di pregiati formaggi, prevalentemente da grattugia. Attualmente al grana padano è attribuita una denominazione di origine 
controllata, sotto tutela di un consorzio specifico. Col grana padano sono imparentati il grana lodigiano (tipo maggengo e vernengo) ed il più "blasonato" parmigiano-reggiano, 
il cui consorzio di tutela comprende zone delle province di Parma, Reggio, Modena, Bologna e Mantova.
Dal punto di vista tipologico, si tratta di un formaggio semigrasso, cotto, a pasta dura, consumabile dopo media o lunga stagionatura, ottenuto con latte vaccino proveniente 
da due mungiture, parzialmente scremato per affioramento. Viene prodotto in tutta la Val Padana, in forme del diametro di 35-45 cm, con crosta dura e compatta, del peso 
di 24-40 kg. Deve il sapore e l'aroma alla qualità del latte, posta sotto l'attento controllo del Consorzio, alla particolare tecnica di lavorazione e alla peculiarità degli ambienti 
di stagionatura.